Sci Alpinismo

I DURI del monte Rosa al Gran Paradiso

Dal diario di Elena Margie. Sabato e domenica 13-14 maggio 2017 – i “Duri” condividono il Gran Paradiso (4061mt) – partenza da Fraz. Pont  di Valsavarenche 1956mt – pernotto Rifugio Vittorio Emanuele II 2732 mt – discesa a Pravieux 1834mt.

Respirato il Monte Rosa, l’aria sottile della quota, questo ossigeno che nutre e riempie lo spirito, manca…da subito, nonostante il freddo patito e la fatica per chi non abituato alle “passeggiate sui 4.000”. I pensieri corrono allora a sognare altri momenti lassù, tra le nevi e le vette. I Duri si tengono allenati. Elena propone il Gran Paradiso, sfondando un portone già aperto. Le adesioni del gruppo non faticano ad arrivare, e già il sogno assume linee che mettono battiti in cuor.  Quindi eccoci come per incanto nuovamente all’appuntamento a notte fonda, sabato mattina, tutti reduci da una settimana di lavoro e tutti più o meno rimbambiti (Boss compreso!), ma presenti. Squadra vincente non si cambia, si viaggia bene e inizia l’avventura con cielo sereno e temperatura perfetta.

Non spalliamo gli sci, in quanto Roberto ha in serbo una sorpresa: seguiamo un sentiero che man mano si fa più ripido, e si traguarda davanti a noi un bellissimo canalino di neve, che ci permetterà di ridurre il percorso e saliere con maggiore ingaggio. Io sono felice, la seconda donna Nadia un poco meno, ma se la cava egregiamente, supportata dal resto del gruppo. Attrezzata una sosta, il Boss mette tutti in sicurezza e si sale sci nello zaino e picozza alla mano. Rimesse le assi ai piedi, proseguiamo la nostra ascesa, con allegria ed una giornata magnifica. Panorama fantastico: davanti a noi l’elegante Ciarforon (3640mt) con la bellissima pala Nord, e il Tresenta (3608mt) e verso destra l’incantevole Becca di Monciair (3544mt). Quanti sogni frullano nella testa….. gli occhi riempiti di bellezza.

Sosta merenda al sole, tra blocchi di granito che invitano alla scalata. Il vov scalda corpo e spiriti….. buonissimo!

E di nuovo in marcia, direzione Colle di Moncorve (3294mt) dato che l’orario ed il caldo non permettono la Cima Tresenta (questo provoca il mio inconsolabile sconforto, Roberto ne è consapevole, ma sarò soddisfatta domani…dice!). Di fatto il colle è tutto per noi e il momento di festa è bellissimo, fotografie e vari numeri da circo scattando foto. Cambio modalità scarpone e via scivolando verso il Rifugio Vittorio Emanuele II (2732mt). Neve buona, visibilità non ottima ma comunque gran divertimento. Ci sistemiamo al rifugio e prendiamo posto nelle stanzette da hobbit…

Merenda con appetito di nessuno…. che diviene appetito di tutti quando Roberto ordina il tagliere e come per incanto gli viene spolverato dai Duri!!!....dicevano di non aver fame perdinci…. Pisolino pre-cena e super pietanze che riempiono il pancino affamato. Il cielo è basso, le nuvole a mezz’aria, fiocchi di neve vagabondano, li seguo con il cuore, so che ci stanno preparando una sciata indimenticabile per l’indomani. Emozioni fitte popolano l’anima, guardo fuori il panorama e mi sento bene, nel mio ambiente, vette e bianco candore. Ringrazio il Cielo. Dedico questo benessere a chi sta meno bene, a casa… Il rifugio è pieno di anime, ma tutte con lo stesso desiderio e la stessa passione, quindi l’atmosfera è bella, ci stiamo tutti. La notte scorre e la mattina arriva, cielo terso e assenza di vento, giornata praticamente perfetta.

Siamo pronti con puntualità svizzera, 6.30 fuori e si parte. Progressione con passo da 4.000 e i Duri vanno che è una meraviglia. La traccia tiene perfettamente, 10/15 cm di polvere accendono la voglia di “esse”. Ma per ora dominano le “zeta”, non fatichiamo, saliamo bene e si arriva a vista Madonnina: la cima! Gente brulica sulla piccola cresta, tra corde e picozze. Roberto ha in serbo per noi una seconda sorpresa. Ci ramponiamo, ci leghiamo, il Boss apre le danze ed io le chiudo. Iniziamo la nostra progressione, Nadia viene messa in mezzo a tutti i Duri....brontola brontola ma resiste…  Lasciamo perdere il percorso dei “comuni mortali”, restiamo bassi e giriamo intorno alla cresta rocciosa, finendo sotto la cengia della Madonnina. Sopra il nostro sguardo un bellissimo tiro di roccia verticale che pare patagonica, “impiastrata” dalla neve della notte che le dona un aspetto elegante e severo.

Sistemati in sosta, io assicuro Roberto con mezzo barcaiolo e lui parte, salendo con una bella esposizione devo dire….deciso, freddo e impassibile alla paura…..nel frattempo Nadia e i Duri scalpitano per raggiungerlo…..uffa io per ultima! Arriviamo tutti finalmente alla vista della Bianca Madonnina (in realtà Nadia l’ha già supplicata più volte per avere salva la pelle!...trovando il suo ascolto)…..foto di gruppo, gioia a mille e si scende…..  Arriva il mio turno davanti, parto e i Duri dietro, stavolta Roberto chiude le danze togliendo le protezioni.     Rieccoci al deposito sci contenti…ed ora arriva il bello bello bello….

Si scende per il versante sopra il Rifugio Chabod, ove solo le nostre tracce di discesa rendono la sciata un vero incantevole sogno: fondo duro e super polvere farina 00 per noi! Emozionante dipingere i pendii senza sforzo, gli uni accanto agli altri, con un sorriso che ripaga ogni fatica. Roberto soffre ad aspettarci!!!! Tutti bravissimi, Nadia Moka finisce i borbotti e se la ride, Bruno il Dottore se la gode alla grande, Marco il Tenace si diverte un mondo, Andrea Cuor di Leone scende alla grande con classe da vendere, io non ho parole dalla gioia….. ci circonda un panorama da magone, seracchi color bianco azzurro imponenti danno il senso di chi comanda in Montagna, lei….proprio Lei.  Ed ecco il sole a farci l’ennesimo regalo di questi due giorni indimenticabili: lo ammiriamo con l’alone (dal latino halòs “cerchio intorno al sole”) chiamato anche arco di ghiaccio, nimbo o aureola, che è un anello di luce che circonda l’astro, fenomeno ottico che appare con sfumatura rossastra all’interno e violetta all’esterno. Gli aloni sono per la maggior parte causati da cristalli di ghiaccio nei freddi cirri ad altitudini di 5-10 km nella parte superiore della troposfera. Essi indicano l’arrivo di un fronte caldo….

Scendiamo su neve via via più bagnata, “risentita” dall’aumento delle temperature, fino a circa 2300mt di quota. Quindi assetto da passeggiata e via nel bosco profumato di estate, aghi di larice sotto i piedi e camosci che pascolano beati. Senza particolare fatica si arriva a Pravieux (1834mt), due km sotto il parcheggio del furgone. Roberto lo raggiunge con un passaggio preso al volo…. e come per “incubo” si ritorna nella giungla della strada che ci riporta a casa. Ancor prima di giungere alle proprie dimore, nonostante la stanchezza della giornata, nel cuore di ognuno già batte un nuovo sogno.

Un GRAZIE alla nostra speciale Guida, generoso nelle sorprese, audace nella fiducia, allegro compagno di un fine settimana davvero SPECIALE…. GRAZIE a tutti i DURI, tenaci, con i quali ho respirato serenità e voglia di condivisione. 

Elena Marghi

I DURI del monte Rosa al Gran Paradiso


Logo

Extreme Outdoor Adventures
iscriviti alla Newsletter

Contatti

Roberto Parolari

Via Caregno 37/G
25063 Gardone Val Trompia

SItaly

T+39 335 8339653