Chapeau

Eccoci di nuovo sotto la parete, siamo qui per la terza via nuova (la prima è stata Facebookmania), ieri abbiamo salito la bella e non difficile "Donne e Ramponi" e oggi con un pò di stanchezza ci apprestiamo a salire quella che sembrerebbe la più impegnativa delle tre. Alla malga a tarda sera è arrivato Claudio con le ciaspole, Stefano arriverà provato dopo un'ora abbondante per aver fatto la non felice scelta di salire a piedi....

La mattina dedichiamo del tempo a cercar di improvvisare con delle assi delle ciaspole per Stefano, dopo varie soluzioni io e Andrea lasciamo il bivacco e poco prima dell'attacco veniamo raggiunti da Claudio che ci chiede di aggregarsi alla salita, Stefano è ritornato a Campiglio a prendere gli sci per l'avvicinamento.

Conduco io la prima parte della salita: 1° tiro su roccia, 2° su ghiaccio e il 3° di misto ... La varietà di passaggi in questa prima sezione ha veramente del magnifico, sono molto soddisfatto e passo quindi la palla a Andrea che con grande "piacere" affonda nella crosta del nevaio intermedio, sale poi un lungo tiro alternato da croste di ghiaccio e tratti più consistenti.

La parte alta della via ancora non si concede alla nostra vista, temiamo brutte sorprese; dal basso si vedeva poco ghiaccio e un tratto sembrava interrotto.... L'ultimo corto tiro svela il lato nascosto della salita.

Siamo su una comoda cengia, la candela non arriva a terra, mancano circa 5 metri e la roccia gialla sottostante strapiomba ed ha un aspetto poco rassicurante. Il muro superiore è un dedalo di pance di ghiaccio, sembra un felino maculato, ma quello che vediamo non è un bel manto, si nota la roccia sotto il fine ghiaccio che si presenta scollato e difficilmente chiodabile.

La soluzione è una nera placca compatta a sx che potrebbe portarci al ghiaccio. Andrea deglutisce, io meno (ho già fatto la mia parte) Claudio, il nostro  compagno aggregato, senza esitazione si offre per condurre il tiro. Si arrampica senza guanti su iniziali buone prese che poi diventano piccole "reglette"; il freddo non aiuta, ma dopo l'arrivo della classica "bollita" vedo Claudio strizzare il primo piccolo appiglio con scioltezza come se fosse in falesia al sole....

Ok, è fatta, penso; dopo questo fotogramma so senza dubbio alcuno che Claudio arriverà sicuramente alla fine del duro tiro.

"CHAPEAU" nuovo amico e compagno di cordata!!

A onor della cronaca sulla doppia che porta al nevaio si incastra la corda, riusciamo a recuperarne una, quindi ora discese di soli trenta metri, con qualche peripezia sulla penultima calata (mi mancano due metri alla sosta...), raggiungiamo al buio la base della via.  

Via: Chapeau

ApritoriParolari Roberto, Reboldi Andrea, Claudio Migliorini

Aperta il: 05/02/2013

Sviluppo:m 390

Difficoltà:WI 6, M5, V roccia,  III

Materiale necessario: viti da ghiaccio (anche corte), una serie di  friend fino a 3 Camelot (anche micro), qualche chiodo da roccia.

Avvicinamentoda S.Antonio di Mavignola, si prende la carrozzabile  per val di Brenta, si seguono le indicazioni e in funzione all'innevamento si parcheggia prima della sbarra con divieto di transito (ordinanza comunale per pericolo valanghe). Si percorre tutto il fondo della val di Brenta bassa fino alla casetta di legno della teleferica del rif. Brentei. Si oltrepassa il ponticello e si arriva fino all'inizio delle scale di Brenta. Ora per ripidi gradini e poi per bosco si supera il primo dislivello fino a sbucare alla  base di una  ripida valletta cosparsa di mughi, la si percorre per intero e poco prima della fine si devia a sx per entrare in un bosco pianeggiante. Siamo ora in val di Brenta alta, si prosegue al suo centro fino ad arrivare a malga di Brenta alta 1.666 m. (2 ore). Dalla malga si prosegue in piano tenendo la dx e puntando alle  colate a sx dell'attacco di Facebookmania, sull'avancorpo sotto lo spigolo nord del Crozzon di Brenta che si raggiungono percorrendo il ripido pendio finale (1 ora). La via attacca a sx della verticale di una lama/scudo di roccia in una fessura che poi porta a un diedrino che è formato dal suddetto scudo.

Discesa 

1° calata

25 m su Abalakof

2° calata

60 m su Abalakof

3° calata

25 m dalla sosta del 6° tiro (2 chiodi roccia)

4° calata

60 m su Abalakof poi 100 m fino alla fine del 3° tiro

5° calata

60 m su Abalakof

6° calata

60 m su Abalakof

 Relazione 

1° tiro

V su roccia  25 m: salire la fessura iniziale che poi si trasforma in diedro, proseguire diritti ancora qualche metro e poi traversare a sx, salire ancora diritti e poi traversare di nuovo a sx fino a prendere una breve rampettina nevosa a dx che porta a una piazzuola dove si fa sosta su un grosso masso che funge da clessidra. Sosta su roccia (masso). Fettuccia in loco

2° tiro

Ghiaccio 90°/80° poi breve pendio di neve 40° m 45: dalla sosta traversare leggermente a sx (delicato su crosta nevosa) fino a prendere la verticale della bella colata. Salire diritti per superare l'ultima stretta candela, proseguire su pendenza meno accentuata per poi al termine del ghiaccio andare a dx fino alla base del camino. Sosta su roccia ( da attrezzare). sul pilastro a sx del camino

3° tiro

M5, ghiaccio a 90° poi canale nevoso  a 50° m. 60: salire tutto il camino soprastante su bel terreno misto , intervallato da due risalti verticali, nell'ultimo dei quali un breve candelino dentro un camino porta a uscire a sx su frange aiutandosi con delle belle fessure su roccia. Proseguire ora nel canale nevoso andando a sostare a sx prima della fine dello stesso. Sosta su ghiaccio

4° tiro

canale più pendio nevoso a 50°/40° m 100 (conserva): uscire dal canale e traversare su pendio nevoso a sx in direzione del grosso abete, proseguire lasciandoselo sotto e andare a sostare sula verticale delle colate. Sosta su ghiaccio

5° tiro

ghiaccio a 85°/75°  m 60: salire le iniziali esili croste di ghiaccio che nella parte superiore si fanno più spesse, sostare su ghiaccio a dx alla fine della corda. Sosta su ghiaccio

6° tiro

ghiaccio a 70° m 20: proseguire fino alla comoda cengia andando a sostare a sx della colata interrotta da un tetto che ne rende difficoltoso il raggiungimento. Sosta su roccia (2 chiodi)

7° tiro

V su roccia (5 metri) poi ghiaccio a 90°/95° m 60: salire la paretina rocciosa sopra la sosta e all'altezza del ghiaccio, traversare a dx per qualche metro (improteggibile fino a un paio di metri dopo il ghiaccio), salire ora verticalmente su ghiaccio molto fine e scollato con continue pance strapiombanti fino a raggiungere il pendio nevoso superiore.

Sosta su roccia (da attrezzare) chiodo da roccia e 2 micro friend

8° tiro

ghiaccio a 85°  20 m : (non salito) salire l'evidente colata fino alla sua fine. Sosta su ghiaccio

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