Durante la vacanza abituale di fine ottobre in compagnia di mia moglie, questa volta siamo a Creta (mare, arrampicata e tanto pesce), l'amico Daniele Frialdi mi avvisa che sta aprendo una via di misto in Brenta; incuriosito al mio rientro propongo a Andrea Tocchini di andare a ripeterla; il giorno seguente anche Giulia Venturelli si unirà a noi.
La via ha uno sviluppo di circa 400 metri, dalle 3 alle 4 ore di avvicinamento, due ore di macchina per arrivare a Campiglio e quindi decidiamo per una partenza antelucana: ore 4,30 appuntamento a Nozza...
Alle sei stiamo parcheggiando in Vallesinella, la nostra prima tappa sarà il bivacco invernale del rifugio Tuckett che, dopo un restyling interno, è ora in grado di disporre di due camere con sei nuovi posti letto senza che si formi il ghiaccio all'interno... La neve ha imbiancato solo le cime più alte, il fondovalle ha i colori di un autunno che stenta a partire, le piante sono ancora cariche di foglie, i larici non abbandonano i loro aghi e la piacevole temperatura ci permette una rapida salita con indumenti leggeri. La neve comincia a comparire timida poco sotto il rifugio, ma l'ambiente circostante non ha le tipiche caratteristiche di questo periodo; ghiaccioli e brina sono totalmente assenti, il fiato non condensa e il sudore imperla la nostra fronte.
In poco più di tre ore siamo all'attacco della via, la poca neve recente ha solo leggermente coperto quello che resta del ghiacciaio sotto la bocca di Tuckett, siamo quindi obbligati a calzare i ramponi per evitare scivolate pericolose sul ghiaccio presente.
Questa zona è stata teatro di diverse mie ascensioni e, durante il cammino, i ricordi riaffiorano nella mente: dalle salite invernali sulle Bocchette, alle aperture di nuove cascate, le veloci corse sullo scivolo nord, i tentativi respinti per lunghi anni, gli zaini pesanti, la neve profonda fino alla vita, vento, freddo, paure, delusioni e soddisfazioni; con piacere descrivo ai miei due compagni le vie già salite, quelle potenziali e un aneddoto proprio sul punto dove ci troviamo: anni fa, in un giorno solitario e caratterizzato da forte vento, un precario lastrone di neve si frattura sotto i miei piedi, inizia la sua corsa verso il basso e poi fortunatamente si ferma, dandomi il tempo per una delicata fuga su delle rocce vicine....
Durante le brevi pause osserviamo il tracciato del nostro obbiettivo, sembra una via molto logica, l'attacco è evidente sotto una corta colata di ghiaccio, si sviluppa lungo pendii nevosi intervallati da qualche breve tratto di misto, per poi puntare un camino obliquo verso sx. La prima a partire è Giulia e, visto che non ho mai arrampicato con lei (se non in falesia), sono curioso di vedere come si muove, anche se il suo curriculum parla chiaro. La ragazza sa il fatto suo e quindi la lasciamo fare, sale spedita senza esitazioni, noi seguiamo prestando poca attenzione alla dettagliata relazione di Daniele, con il risultato che in tre ore e un quarto con qualche breve variante siamo baciati dal sole che spunta da dietro la cima.
Sotto di noi a sinistra osserviamo l'ormai inesistente seracco di cima Brenta che, fino a 15/20 anni fa arrivava al termine delle rocce impennandosi fino a 75° di pendenza, mentre ora si presenta con un pendio a 45° arretrato e diminuito in altezza di almeno 50 metri !!! Tutto la giornata passa in un clima sereno e scherzoso, la difficoltà ce lo consente, le doppie sono ben attrezzate e la discesa di normale amministrazione, il tempo è buono, cominciano solo a salire un po' di nuvole dalla valle. Siamo più che in anticipo sulla tabella di marcia, ripassiamo dal bivacco e, come da previsione meteo, cominciano a cadere i primi fiocchi di neve che si trasformano presto in una pioggia continua. Poco male, un veloce cambio di abiti e via verso le rispettive case.
Un resoconto merita anche la salita di Daniele e Jonny fatta in due tempi: partiti verso il seracco con l'intenzione di salire le colate di sinistra, riscontrando alte temperature decidono di salire il camino della seconda parte della via e, cercando ingaggio in una giornata che sembrava persa, forzano qualche passaggio per aumentare la difficoltà. Durante la discesa proseguono con le doppie anche nella zona sottostante il camino e, verificando la possibilità di allungare l'itinerario, ritornano a distanza di due settimane, percorrono altri quattro tiri e salgono lungo una fessura scoperta durante la discesa precedente. Noi nella nostra ripetizione abbiamo seguito la linea che ci sembrava più logica differendo un poco dall'originale, quindi gli eventuali ripetitori avranno la possibilità di aumentare l'impegno seguendo la prima salita o farsi portare dall'istinto mantenendosi su difficoltà più moderate.
In ogni caso una salita che vale la pena di essere ripetuta per l'ambiente glaciale che non è classico delle Dolomiti di Brenta.
Via: “vento di ghiaccio“ a cima Brenta
Apertura: Frialdi Daniele e Duina Gianfranco il 26/10/2013 e 9/11/2013
1° ripetizione: Parolari Roberto, Venturelli Giulia e Tocchini Andrea il 14/11/2013
Sviluppo: 350 m
Difficoltà max: WI 3, M5, III
Attacco: Da Madonna di Campiglio prendere la strada che conduce al rif. Vallesinella (quando l’innevamento lo consente). Parcheggiare al rifugio , prendere il sentiero per il rifugio Casinei e quindi per il rifugio Tuckett. Dal rifugio proseguire in direzione della bocca di Tuckett, risalire il nevaio in direzione dello scivolo nord, prima della strettoia dello scivolo deviare a dx per evidenti terrazzini di neve, spostarsi per circa 150-200 metri fino all'evidente colata che caratterizza il 1° tiro (chiodo con cordino rosso).
Discesa: in doppia lungo la via. Alla penultima doppia (S2 2chiodi) si può scendere in obliquo verso sx (faccia a valle) per il pendio nevoso che finisce con un piccolo risaltino di roccia-ghiaccio che riporta sul pianoro a pochi metri dall'attacco della via
Materiale: 2/3 viti corte, friends (fino al 3 camelot), nuts, cordini, 2 corde da 60m, qualche chiodo da roccia.
Relazione
Dettaglio tiri lunghezza – difficoltà |
Materiale sul tiro
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Materiale in sosta |
Note |
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1° tiro |
60m |
WI 3 neve 40° |
cordino rosso su clessidra |
1 chiodo con moschettone, 1 nut senza cordino |
Salire la colata e portarsi sul pendio di neve (45°-50°) e risalirlo in obliquo a dx puntando alla parete rocciosa. La sosta si trova a corde finite. |
2° tiro |
40m |
neve 40°/45° |
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2 chiodi e fettuccia rossa |
Proseguire in obliquo a sx per il pendio di neve costeggiando la parete, puntare ad un risalto roccioso verticale solcato da una netta fessura. |
3° tiro |
55m |
M5 |
cordino viola in clessidra |
1 chiodo, 1 nut e 1 clessidra |
Salire direttamente la fessura verticale a dx della sosta proseguendo su neve ghiacciata. Proseguire ora nel vago canale e pochi metri dopo il cordino aggirare una gobba nevosa sulla destra, su dritti per risaltini e pendio di neve/ghiaccio fino alla sosta sotto un grosso masso che forma una piccola grotta |
4° tiro |
55m |
neve a 50° M |
// |
2 chiodi con cordino rosso |
Risalire alcuni facili risalti di roccia-ghiaccio, poi x un aperto pendio risalire fino ad una evidente grotta dove si sosta |
5° tiro |
55m |
neve a 45° M |
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cordino azzurro in clessidra |
Uscire a dx della sosta, proseguire lungo il canale nevoso, superare una strozzatura rocciosa e entrando nel camino andare a sostare a sx su un terrazzino |
6° tiro |
25m |
M4 |
// |
2 chiodi con cordino |
Risalire il camino (di sx) evidente fino al suo termine, proseguendo nel canale nevoso fino a trovare sulla parete di destra la sosta |
7° tiro |
60m |
neve a 50° |
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2 chiodi con cordino giallo |
Proseguire qualche metro nel canale nevoso e alla sua fine spostarsi a dx e risalire il pendio nevoso fino a fine corda |
Download allegati:
Cima Brenta via vento di ghiaccio Relazione Apertura
Cima Brenta via vento di ghiaccio Relazione Ripetizione
Cima Brenta via vento di ghiaccio itinerario